lunedì 18 luglio 2011

Ritorno

Domani inizia il viaggio di ritorno per Trento...
Grazie a tutti i lettori per l'attenzione ed i commenti!
Appena tornato pubblichero' ancora qualche post postumo su esperienze che non ho ancora raccontato.
A presto!

giovedì 7 luglio 2011

Ammoniaca, polimeri e sterminio

[Leuna Werke, 1959]

La seconda parte del tour dell'industria chimica sassone ha per destinazione la cittadina di Merseburg, a mezz'ora di macchina da Leipzig.
Qui si trovavano gli stabilimenti della Leuna-werke (1916-1990), mastodontico produttore di ammoniaca per scopi bellici, agricoli e industriali, e della Buna-werke (1936-1990), specializzata nella produzione di caucciu' artificiale, carburo di calcio e polimeri sintetici. Le due aziende impegavano nel secondo dopoguerra quasi 50.000 lavoratori e rappresentavano il cuore del settore chimico della DDR, "farmacia dell'economia nazionale".

Il Deutsche Chemie-Museum Merseburg offre un impareggiabile viaggio in questo affascinante mondo. Museo a cielo aperto, esso ospita a partire dal 1993 un'ampia scelta dei macchinari utilizzati nell'industria chimica tedesca del secolo scorso. Particolarmente interessanti sono l'impianto di sintesi dell'ammoniaca con procedimento Haber-Bosch (Leuna, 1925), l'impianto di distillazione (Buna), la macchina per la produzione del nastro di caucciu' (Buna) e la ferrovia (Leuna).

Prima di tornare a casa passo accanto al vecchio complesso dei Leuna-Werke, oggi parco chimico InfraLeuna. Gli edifici di ingresso agli otto cancelli sono rimasti gli stessi ma le vecchie produzioni sono state tutte chiuse e rilevate da nuove aziende del settore, tra le quali TRM (una delle maggiori raffinerie del paese, Francia), Momentive (prodotti chimici, USA), Taminco (prodotti chimici, Olanda), Linde (gas, Baviera), Domo (materie plastiche, Belgio).
Non mi fermo invece al complesso dei Buna-Werke a Schkopau, oggi utilizzati dalla Dow Chemical (USA) per la produzione di Sodio e Butadiene con tecniche piu' moderne basate sul petrolio (e non sulla lignite, come in origine e durante la DDR).

E' importante ricordare che l'industria chimica di Merseburg, nonostante abbia in seguito lavorato prevalentemente per fini civili, fu creata per sostenere lo sforzo bellico tedesco durante la prima guerra mondiale, il riarmo degli anni venti ed il periodo nazista. L'ammoniaca della Leuna serviva per la produzione di bombe ed esplosivi, mentre le materie plastiche della Buna dovevano contribuire a ridurre la dipendenza nazionale dalle importazioni di materie prime da paesi controllati dal nemico (es. il caucciu' naturale proveniente dal sud-est asiatico, dall'Africa centrale e dal Brasile).
Durante la seconda guerra mondiale una succursale del campo di concentramento di Auschwitz (KZ Auschwitz III Buna/Monowitz) venne eretta nei pressi della fabbrica (allora IG Farben) per fornirle manodopera a basso costo: anche Primo Levi fu rinchiuso qui nel periodo 1944/1945. Il Wollheim Memorial, con sede nella IG-Farben-Haus a Frankfurt am Main, testimonia questa drammatica pagina di storia.
Il compositore Fritz Löhner-Beda (1883–1942) dedico' al campo di concentramento di Buna, dove mori per la fame e le percosse, questa commovente canzone:

BUNALIED (1942)

Steht am Himmel noch freundlich Frau Luna,
erwacht das Lager der Buna,
steigt empor die schlesische Sonne,
marschiert die Arbeitskolonne.
und auf Schritt und Tritt geht das Heimweh mit
und das schwere Leid dieser schweren Zeit,
doch die Arbeit winkt
und das Lied erklingt:

Nur die Arbeit macht uns frei,
an ihr geh’n die Sorgen vorbei,
nur die Arbeit lässt uns vergessen
alles das, was wir einst besessen.
Nur die Arbeit macht uns hart,
wenn uns das Schicksal genarrt,
und die Zeit vergeht und das Leid verweht,
nur das Werk unsrer Hände besteht

lunedì 4 luglio 2011

Senza partiti?

Da qualche giorno sono usciti i dati aggiornati al 2010 sugli iscritti ai partiti tedeschi - Niedermayer (2011).
Si conferma il trend ventennale di un continuo calo degli iscritti ai maggiori partiti, con l'eccezione dei verdi. Anche Die Linke., che con la fusione del 2007 aveva imboccato un sentiero di forte crescita, risente dei problemi di leadership e orientamento politico e scende da 78,046 (2009) a 73,658 (2010).

E' interessante osservare i dati dei soli sei nuovi Bundeslaender.
Tra il 1991 e il 2009 il numero di iscritti ai cinque maggiori partiti politici nelle regioni orientali e' crollato da 430.706 a 166.066 (-61,4%, -5,2% annuo), la quota degli iscritti orientali sul totale e' diminuita dal 19,5% all'11,9%, ormai solo 1,23% degli aventi diritto al voto dell'Est e' membro di un partito (contro il 2,51% dell'Ovest).

Se i partiti piangono alla societa' civile organizzata non va meglio (chiese, sindacati, associazionismo) e le reti di solidarieta' informale sono anch'esse sotto stress. Quale futuro per la societa' civile tedesco-orientale?

sabato 2 luglio 2011

Pellicola, acciaio e lignite

Eccoci finalmente arrivati alla prima parte del mio tour nelle idilliache lande (post-)industriali della Germania centrale. La meta di oggi e' la zona di Bitterfeld, nell'angolo orientale della regione Sachsen-Anhalt e a meno di un'ora di viaggio da Leipzig.

La regione di Halle (Leuna, Merseburg, Leipzig, Bitterfeld, Wolfen, Dessau, Mansfeld) rappresenta fin dagli anni venti uno dei centri propulsivi dell'industria mineraria (estrazione della lignite) e chimica (elementi, colori, pellicole fotografiche, cellulosa, fibre sintetiche) tedesca.
Sovente definita Chemiedreieck (triangolo chimico), Braunkohlerevier (bacino carbonifero) o semplicemente Mitteldeutschland (Germania centrale), numerosi sono gli eventi che l'hanno vista al centro della storia tedesca dell'ultimo secolo:
1) e' la principale roccaforte del partito comunista tedesco (KPD) durante la Repubblica di Weimar, che nel 1921 vi lancia l'Azione di Marzo (ovvero il tentativo fallito di scatenare una rivoluzione in Germania partendo da scioperi ed operazioni militari nella zona);
2) vede l'ascesa del monopolio del trust IG Farben (1925), che favorisce la presa del potere di Hitler, beneficia delle sue imprese belliche e produce a Dessau il gaz Zyklon B utilizzato per lo sterminio degli ebrei;
3) subisce la violenta depredazione di segreti industriali e capitale fisso da parte di Americani e Sovietici durante gli anni di occupazione post-bellica (es. la tecnica di produzione della pellicola fotografica a colori Agfacolor, inventata a Wolfen nel 1932);
4) e' protagonista dell'Insurrezione Operaia del 17 Giugno 1953, che ha tra gli operai chimici della zona i suoi sostenitori piu' coraggiosi;
5) diventa negli anni Sessanta uno dei settori piu' moderni ed innovativi (ma anche terribilmente inquinanti) della DDR. Con il motto "Chemie gibt Brot, Wohlstand und Schönheit" (1958) il regime incoraggia il raddoppio della produzione e la sostituzione delle importazioni di materie prime con materiali sintetici (es. la sostituzione del cotone con la fibra sintetica Dederon nell'abbigliamento);
6) e' testimone del lancio della Bitterfelder Weg (1959), la criticata campagna di Ulbricht per ridurre il fossato tra operai ed artisti („Greif zur Feder, Kumpel, die sozialistische deutsche Nationalkultur braucht dich!);
7) e' (suo malgrado) una delle principali motivazioni della dissidenza degli anni '80, che si coagula in parte attorno a tematiche ambientaliste, e del crescente dissenso della popolazione, che trova sempre meno sopportabili le conseguenze ambientali, paesaggistiche e sanitarie della produzione chimica.

Dopo la Wende, come ben possono immaginare i miei lettori, la maggior parte dei siti produttivi viene liquidata dalla Treuhand. La disoccupazione schizza al 15-25%, i giovani e adulti emigrano e le autorita' si sforzano di bonificare e riconvertire le enormi superfici lasciate libere dalla fine della produzione. In che modo?

La cittadina di Bitterfeld-Wolfen e' un esempio della soluzione numero uno: le aree in disuso vengono trasformate in "parchi industriali" dove incoraggiare il trasferimento di aziende tedesco-occidentali ed estere con bassi costi di affitti e manodopera, vantaggi logistici e un forte sostegno pubblico ed europeo. Inizialmente deludenti, i risultati cominciano ad arrivare nella seconda decade dopo la caduta del muro (senza poter risolvere il problema della disoccupazione, tuttavia). Nel nostro caso il P-D ChemiePark Bitterfeld Wolfen, fondato nel 2001 e che si estende tentacolarmente per ben 1.200 ettari, ospita oggi 360 aziende con 11.000 dipendenti.
Qui colgo l'occasione per visitare l'eccellente Industrie- und Filmmuseum Wolfen, dove una ex-dipendente mi introduce ai segreti della produzione delle pellicole fotogratiche della storica fabbrica AGFA Wolfen (1909, dal 1963 ORWO).

Ferropolis a Graefenhainichen e' invece un esempio della soluzione numero due: la trasformazione in aree culturali/ricreative. Dal 1957 al 1991 sede della miniera di lignite a cielo aperto di Golpa-Nord, nel corso delle due decadi successive gli scavi vengono trasformati in un grande lago artificiale, la penisola ripulita e rivegetata e tra la terra, l'acqua e il cielo viene plasmato un centro culturale comprendente un museo a cielo aperto (con cinque enormi macchinari in esposizione), un'arena per concerti e festival e suggestivi spazi per eventi sociali e aziendali.

Il viaggio a Wolfen e Graefenhainichen parte dal prodotto finale (pellicola fotografica) e risale a monte fino al procacciamento della fonte energetica necessaria a mettere i moto tutto il processo produttivo (l'estrazione della lignite per le centrali elettriche), intrecciandosi con la storia dei conflitti tra gli uomini che organizzano, svolgono e beneficiano di questo interscambio con la natura e le trasformazioni che esso imprime al paesaggio e all'ambiente.

Un viaggio affascinante che consiglio vivamente a tutti! I piu' fanatici possono prendere ispirazione dal percorso "Kohle / Dampf / Licht" e inoltrarsi alla scoperta di ben 14 siti di archeologia industriale della zona (centrali elettriche e idriche, villaggi operai, il paesaggio rimodellato delle vecchie miniere, mostre e oltre).